Fontana De Torres

Piazza della Vittoria 13. (Apri Mappa)
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Descrizione

Piazza della Vittoria comprende le due piazze che nel 1600 erano chiamate piazza dei nobili, o urbana, con il Sedile e la torre dell'orologio, entrambi demoliti; e piazza della plebe, o rustica, dov'era il mercato dei commestibili.

Nelle estati 1617 e 1618 scoppiarono a Brindisi delle epidemie che fecero molte vittime, soprattutto tra i soldati e gli ufficiali spagnoli che erano qui di stanza. I cittadini erano costretti ad andare a prendere l'acqua al torrione di San Giorgio (quasi completamente demolito nel 1865, in occasione della costruzione della stazione ferroviaria e della piazza antistante), che era attraversato dall'antico acquedotto, e perfino alla fontana grande. Il governatore della città, e castellano dell'isola e del forte a mare, era il capitano Pedro Aloysio de Torres, spagnolo di grande capacità e umanità oltre che molto risoluto. Per condurre l'acqua ai cittadini, stabilì di costruire tre fontane all'interno del centro abitato, addebitandone la spesa ai cittadini benestanti, in proporzione alle possibilità di ciascuno, facendo segnare sui muri delle loro abitazioni le somme da pagare sulla base dei compensi spettanti agli operai. 

Dal "bastione de agua", come gli Spagnoli chiamavano il torrione di San Giorgio, dal quale nei secoli precedenti il prezioso liquido si era perso attraverso le falde sotterranee in campagna o in mare, l'acqua venne portata a tre fontane appositamente costruite: una, quella di Crisostomo, si trovava nell'angolo della via Conserva, allora estremo limite dell'abitato; un'altra nelle vicinanze del porto, nei pressi della scomparsa Porta Reale (giardini di piazza Vittorio Emanuele), a beneficio soprattutto dei soldati dei galeoni spagnoli che erano nel porto, e la terza - la più importante perchè più centrale - nella piazza della plebe, a quei tempi quadrata. Sulla fontana, costituita da una grande vasca marmorea in cui si raccoglieva l'acqua zampillante da una bella vasca superiore più piccola, pure di marmo, molto simile a un fonte battesimale di epoca più antica, vi era un'iscrizione a ricordo del governatore de Torres che ne era stato il fautore, del re di Spagna Filippo III (1578-1621), e di Pedro Tellez-Giron y Guzman, duca di Osuna (1574-1624), lo spagnolo che fu prima vicerè di Sicilia e, dal 1616, vicerè di Napoli (accusato di cospirazione, fu richiamato in patria e, incarcerato, morì in prigione). 

L'iscrizione ricordava anche i danni causati dal normanno Guglielmo I il Malo (1120-1166), e metteva in rilievo l'importante particolare che i lavori si riferivano alla rimessa in efficienza dei condotti romani già esistenti. 
PETRO ALOYSIO DE TORRES PRAETORI: QVOD ROMANOS EMVLATUS AVTHORITATE ET INDVSTRIA SUA/ PHILIPPI TERTII REGIS ET PETRI GIRONIS DVCIS OSSVNAE/ PROREGIS AVSPICIIS AC CIVIVM LABORE ET IMPENSA AQVARUM DVCTVS TEMPORVM ET MALI GVLIELMI INIVRIA DESTRVCTOS RESTITVERIT/ ATQVE REPVRGATO FUNICVLO VETERI ET INSTAVRATO FORNICE NOVOS ADSTRUXERIT/ AC SINVOSO TRACTV PER TVBOS FISTVLAS ET SALIENTES IN VRBE PERTRAXERIT/ ORDO POPVLVSQVE BRVNDVSINVS PARTE COMMODITATIS ET ORNAMENTI MEMOR ET GRATVS POST ANNVM SALVTIS MDCXVIII . Nel mese di marzo 1715 la fontana de Torres, per carenza di manutenzione, non diede più acqua; la fontana di Crisostomo o della Conserva si bloccò due mesi dopo. Il sindaco Stanislao Monticelli le fece riparare e l'acqua tornò a zampillare il 26 ottobre 1715.